Mosaico

header_mosaici

 

Le origini

I

l mosaico è un’arte decorativa antica che consiste nel comporre un disegno a soggetto, fregi, oppure disegni geometrici, utilizzando piccole “tessere” o tasselli di pietre naturali, marmi, terrecotte o paste vitree.

I più antichi manufatti sono sumeri e risalgono a più di 3000 anni fa e da allora il mosaico è diventato parte integrante dell’architettura.  La più antica testimonianza in area mediterranea è la pavimentazione a ciottoli del XV secolo a.C. presente a Creta.

Da Creta l’arte musiva di espanse in tutto il mediterraneo producendo capolavori straordinari, greci, romani e bizantini, che sono giunti pressoché intatti fino ai nostri giorni.
Grazie agli scritti di Vitruvio (I secolo a.C.) e Plinio (I secolo d.C.) conosciamo la tecnica romana di realizzazione che risulta molto più complessa e laboriosa di quella attuale.

Essa prevedeva la sostruzione (base su cui fissare le tessere) che era formata da più strati: lo statume, un agglomerato di ciottoli, il rudus, composto da tre quarti di pietre frantumate e un quarto di calce, e il nucleus, fatto di coccio pesto e calce, e infine uno strato sottile d’intonaco sul quale erano inserite le tessere musive.

Questo metodo di posa delle tessere così come si presenta il disegno è detto diretto.
La tecnica  indiretta invece prevede l’incollaggio delle tessere sul disegno in negativo che viene poi ribaltato e posato.
L’invenzione di questa tecnica, che ha permesso ai mosaicisti di lavorare più agevolmente e con grande risparmio di tempo, è attribuita a Giandomenico Facchina nella prima metà dell’ottocento e usata con grande successo alla Esposizione Universale di Parigi nel 1855 e nella decorazione del nuovo teatro dell’Opéra di Parigi inaugurato nel 1875.

 

La tecnica

L

a tecnica tradizionale, quella più antica, è detta diretta o a diritto perché l’opera musiva viene composta direttamente sulla base formata da vari strati (tarlatana, disegno su carta, nylon trasparente, rete in fibra di vetro) e le tessere vengono posate seguendo il disegno visibile.

Le fessure (fughe) tra le tessere musive vengono poi colmate con una colla a base cementizia. Nel caso di mosaico di grandi dimensioni esso può essere realizzato in pannelli da assemblare nel luogo di posa, oppure può essere realizzato a dimensione intera e poi sezionato prima di essere collocato nel luogo di destinazione, dove sarà riassemblato.

Attualmente la tecnica più usata  è quella indiretta o a rovescio, che consente di avere superfici perfettamente lisce come pavimenti, pareti e piani di appoggio. Il primo passo è quello di realizzare il disegno a grandezza naturale su carta e in negativo (cioè a rovescio, come si vedrebbe allo specchio). Sul disegno saranno poi incollate le tessere musive a faccia sotto, usando colla idrosolubile (vinilica, di farina o simili).

Ultimato il mosaico questo sarà posato in loco, con la carta faccia a vista, su una base di colla cementizia. Quando il cemento sarà ben asciutto si procederà a bagnare la carta e con una spazzola sarà rimossa ogni traccia di carta e di colla. Infine saranno stuccate le fughe e ripulita tutta la superficie dell’opera.