Vetrate dalles
Le origini
Il nome completo di questa tecnica è “dalles de verre” (lastre o ambrogette di vetro) e si è sviluppata a Parigi negli anni 1928-1930 grazie al suo inventore Jean Gaudin, ed ha avuto la sua massima espansione negli anni ’60 andando di pari passo con l’utilizzo del cemento armato nelle costruzioni moderne.
Infatti inizialmente i pezzi di vetro erano tenuti saldamente insieme dal cemento, in seguito sostituito da una malta di resina epossidica.
Le vetrate dalles, rispetto alle vetrate a piombo, si prestano meglio ad un design vigoroso e diretto poiché, non incoraggiando l’inserimento di dettagli, trasformano un muro da oggetto solido inflessibile ad una cascata di fluida bellezza scintillante.
La tecnica
Il primo passo è la realizzazione di un modello in scala 1/10 per poi realizzare il soggetto in scala 1/1 su cartone. Il cartone viene poi tagliato e le sagome ottenute (dime) vengono utilizzate per tagliare a misura i pezzi di vetro colorato, di spessore compreso tra 22 e 30 mm. che comporranno il disegno.
I pezzi tagliati vengono posizionati sul cartone per verificarne il taglio e la corrispondenza del colore ed ai loro margini vengono eseguite le scalpellature che, asportando piccole porzioni di vetro, rendono vibrante di luce la vetrata. Successivamente i pezzi di vetro vengono posti, distanziati tra di loro, su un piano di lavoro all’interno di una cornice portante che delimita la superficie del pannello.
La malta di resina epossidica viene poi colata attorno ai blocchi di vetro che, una volta indurita, tiene saldamente l’intera vetrata.
Dopo la pulizia dai residui di resina, la vetrata è pronta per essere installata nell’edificio.
Le vetrate dalles hanno un peso di 65-75 kg per metro quadrato e perciò sono destinate di preferenza a grandi ambienti pubblici.